Archivi categoria: Tecnologia

iPhone 8, il miglior concept di sempre…

Questo è davvero il più bel concept dell’iPhone 8 che si sia mai visto.
Oltre a riprendere esteticamente i motivi stilistici del primo iPhone prodotto nel 2007 (quello che in Italia non arrivò mai, se non di contrabbando…), l’iPhone 8 del decennale potrebbe introdurre alcune interessanti novità tecniche, prima fra tutte uno schermo frameless oled di dimensioni e risoluzione maggiori, che inglobi anche il pulsante centrale, racchiuso in un telaio delle stesse dimensioni dell’iPhone 7.

Opera del desginer Martin Hajek, l’iPhone 8 da lui immaginato prevede una fotocamera con doppio obiettivo a filo con la scocca e il retro bicolore.

Fonte: iSpazio.net

Pregi e difetti dell’offerta Sky On Demand, al tempo di Netflix…

pregi e difetti dell'offerta sky on demand, al tempo di netflix...

Ricordo di aver scritto qualche anno fa articolo intitolato MySky ti cambia la vita, articolo andato perso insieme a un vecchio blog ormai chiuso. All’epoca MySky offriva un servizio davvero innovativo, senza eguali in Italia. Poter mettere in pausa le dirette, programmare la registrazione di film e eventi, anche in contemporanea con la visione di altre trasmissioni, salvare su disco intere serie e rivedere dall’inizio programmi già iniziati… Tutto questo consentiva una fruizione senza eguali dei contenuti proposti dalla TV satellitare, una vera e propria overdose di film, documentari, serie e spettacoli come mai era stato possibile prima di allora nella storia della TV italiana.
Era il 2006, e a parte la doverosa aggiunta dell’HD, e l’ovvia introduzione dell’on demand (da poco finalmente sfociata nel servizio Box Sets), dal punto di vista tecnologico My Sky è rimasto sempre lo stesso. Stessa interfaccia, o quasi, stesse modalità di fruizione e interazione, su decoder che laggano in modo snervante. Peccato che siamo arrivati al 2017 e il mondo, nel frattempo, è cambiato.
Oggi l’offerta di contenuti on demand via internet è diventata incredibilmente varia e evoluta. Chi utilizza Netflix sa di cosa parlo. Mentre l’interfaccia per fruizione dei contenuti tramite My Sky ricorda la grafica degli home computer anni 80/90, quella di Netflix è, per dirla con un gergo giovanile, una figata pazzesca. Non solo: la qualità dei video è altissima anche in presenza di una connessione non particolarmente performante. L’utilizzo delle varie app di Netflix, disponibili praticamente per ogni piattaforma e sistema operativo esistente, è a prova di bambino di due anni. La politica dei prezzi è onesta: paghi un mese e se ti va continui, altrimenti sospendi il servizio. Parliamo di prezzi che stanno intorno ai 10€, non di un pacchetto strutturato dove per avere tutto quello che ti serve devi attivare anche opzioni che non ti interessano.
Certo, mettendo da parte l’aspetto tecnologico, l’offerta di Sky per quanto riguarda il Cinema è inarrivabile per Netflix, soprattutto in fatto di prime visioni. Ma sul resto ci siamo, eccome: le serie TV sono ottime su entrambe le piattaforme, ma è evidente che Sky resiste grazie ad alcune esclusive fatte sue quando Netflix ancora non era sbarcato in Italia, come The Walking Death, per dirne una.
Sui documentari, tolto il ciarpame delle serie “affari & rigattieri”, i tanti reality girati in Alaska, quelli sugli artigiani (acquari, case sugli alberi, choppers, meccanici e carrozzieri), quelli su malattie e parassiti, e chi più ne ha più ne metta… l’offerta di qualità è equivalente: su Netflix vengono proposti ottimi documentari, forse addirittura in quantità superiore rispetto a Sky.
L’offerta per bambini e adolescenti è ottima su entrambe le piattaforme, anche se Sky vince in quantità.
Fin qui non ho citato NowTv che dovrebbe rappresentare la risposta di Sky proprio a Netflix. Il motivo è semplice: si tratta di un servizio ancora poco utilizzato e conosciuto, e fortemente dipendente dall’offerta Sky. Con, tra l’altro, enormi difetti: i contenuti in HD ad esempio non sono ancora disponibili (dovrebbero esserlo a breve, a quanto pare), mentre su Netflix sono già disponibili in 4K e HDR.
Non parliamo poi del fatto che mentre Sky tarda a introdurre nuovi decoder al passo coi tempi (riguardo interfaccia e servizi fruibili via wifi), non deve guardarsi soltanto dalla concorrenza di Netflix, che comunque rimane l’alternativa migliore rispetto all’on demand di sky. Mi riferisco a Infinity di Mediaset, Amazon Video, Tim Vision, Vodafone TV… soluzione offerte a prezzi spesso in promo, o in bundle con altri servizi.
Per finire, sono cliente Sky da più di dieci anni. Un cliente abbastanza soddisfatto, seppur con alti e bassi, e che apprezza lo sforzo fatto per cercare di “coccolare” i vecchi clienti tramite le offerte Sky Extra. Però, ribadisco, siamo nel 2017. La tecnologia e la varietà dell’offerta sono cambiate. Attenzione a non perdere il treno.

Apple: iniziata la parabola discendente?

iPhone 8 concept by ConceptsiPhoneApple viene percepita come una società dalle dimensioni talmente importanti che la si potrebbe ascrivere a pieno titolo in quel ristretto gruppo di multinazionali che, per quanto possano attraversare periodi di crisi, anche forti, sembrano al riparo da qualsiasi possibilità di fallimento. Parlo di IBM, ad esempio, o delle grandi case automobilistiche, delle sette sorelle petrolifere, delle multinazionali del tabacco, della Monsanto. Aziende che soltanto importanti sconvolgimenti (sociali, ambientali, economici, ecc.) possono comprometterne l’esistenza. E quando parlo di “importanti sconvolgimenti”, mi riferisco a qualcosa di apocalittico.
Non posso tuttavia non notare quanto le cose, nella casa della mela morsicata, sembra stiano prendendo una piega abbastanza preoccupante. Cosa me lo fa pensare? La totale mancanza di novità che da almeno un paio d’anni caratterizza le sue famiglie di prodotti.
Vediamo di approfondire.
1) iPhone e iPad vengono costantemente aggiornati, ma alla fine rimangono sempre uguali a se stessi. L’aggiornamento più importante l’hanno ricevuto i tablet, con l’introduzione dei modelli Pro, che tuttavia non sembrano riscuotere il successo che ci si aspettava. Dovrebbero rappresentare una sorda di “via di mezzo” tra tablet e notebook, mentre in realtà sono soltanto degli iPad con penna e tastiera (tra l’altro vendute a parte e a caro prezzo). Certo, divertenti da usare, anche produttivi, ma alla fine prodotti così, anche se molto meno evoluti, esistevano vent’anni fa. E, provare per credere, un tablet con tastiera non potrà mai sostituire in tutto e per tutto un notebook. Già dover staccare le mani dalla tastiera per via della mancanza di un touch pad, ed essere costretti a lavorare con le dita sullo schermo mentre si tiene il tablet sulla scrivania o, in qualche modo, sulle ginocchia risulta abbastanza scomodo. E snervante, a dirla tutta.
Molto meglio si comportano, da questo punto di vista, i 2 in 1 o i convertibili basati su Windows 10. Computer a tutti gli effetti che, volendo, possono essere utilizzati come tablet.
Direte: “Si, ma per cazzeggiare sul divano o a letto molto meglio un iPad piuttosto che un Surface di Microsoft o altro 2 in 1 simile”. Vero: infatti tanto vale un tenersi un iPad Air 2 per fare tutto ciò e lasciare il lavoro serio ad appannaggio dei notebook con windows o ai MacBook. Per come la vedo io non dovrebbe esserci distinzione tra iPad Air e iPad Pro, ne tecnica ne di prezzo. In sostanza, il prodotto dovrebbe essere uno soltanto (col display di due o tre misure differenti), e lasciare all’utente la possibilità di scegliere di utilizzarli con tastiera e penna (che dovrebbe essere offerta in bundle). Infine, un file manager vero non guasterebbe: chi lavora su suite di prodotti di tipo Office sa di cosa parlo…
2) …Così però gli iPad non sarebbero troppo dissimili dai Mac Book, e qui casca l’asino. Fino a qualche anno fa i MacBook rappresentavano quel genere di dispositivi che facevano esclamare Wow! agli utenti Windows, quando gliene capitava qualcuno tra le mani. Ora non più: oggi la maggiore novità nel mercato è rappresentata dai convertibili e dai 2 in 1 con digitalizzatore. Quelli si che fanno esclamare Wow!, altro che la barra oled dei nuovi MacBook. Che nel frattempo hanno perso definitamente la guerra in fatto di dimensioni contenute e leggerezza abbinata a materiali di qualità e prestazioni adeguate. HP, Lenovo, Asus e Dell sembrano di riuscire fare molto meglio da questo punto di vista. In sostanza, Apple evita scientemente di creare un 2 in 1 con digitalizzatore e sistema operativo OS x proprio per non fare concorrenza interna ai suoi iPad, e non perché il mercato non lo richieda.
3) Gli iPhone continuano ad essere i migliori smartphone sulla piazza: facili da usare, belli esteticamente, prestanti, ben bilanciati, con un’infinità di accessori, app e servizi a disposizione. Ma il progetto è fermo, da tre generazioni sempre uguale a se stesso, salvo quelle poche novità introdotte col contagocce ogni 12 mesi. Fortunatamente per Apple l’universo Android non sembra riuscire a proporre alternative universalmente considerate all’altezza del suo prodotto di punta. È vero: ci sono smart phone con batterie e autonomia migliori, con maggior risoluzione dello schermo, migliori cam, design da urlo… Ma è un po’ come dire che la Bugatti è meglio della Ferrari. Si, corre di più, ma la maggior parte delle persone gli preferirà sempre una Ferrari.
A quanto pare le vere novità verranno introdotte con l’iPhone 8. Si parla di schermi Oled edge to edge, ossia senza cornici, di ricarica wireless e impermeabilità ulteriormente migliorata. A me tali novità non impressionano – personalmente avrei preferito uno schermo infrangibile e una scocca facilmente sostituibile – tuttavia rappresentano un passo avanti ben più marcato rispetto ai passaggi do consegne tra iPhone 6, 6s e 7. Purché non venga adottata la politica dei prezzi che ha caratterizzato l’affiancamento dei modelli pro agli iPad standard. Diversamente ho paura che le vendite ne risentiranno di conseguenza.
4) Apple Store e iTunes macinano utili che la concorrenza neanche si sogna, ma da questo punto di vista Apple sembra aver perso il treno dei servizi streaming. La creazione di realtà importanti come Spotify e Netflix, dal punto di vista tecnologico, erano ampiamente alla portata di Apple, che tuttavia ha preferito lasciare iTunes immutato, salvo poi affiancargli frettolosamente Apple Music, con scarso successo. Per quanto riguarda la proposta di un servizio simile a Netflix, invece, siamo ancora in alto mare, e non è che la cosa sia poi questa grande tragedia. Di fatto, nessuno sente l’esigenza di un servizio di video streaming targato Apple.
5) Mentre l’iPod sembra ormai inesorabilmente destinato a sparire, si può affermare che Apple TV, Mac e soprattutto Apple Watch rappresentino prodotti di nicchia, probabilmente realizzati in perdita. È vero che quello di Apple è lo smart watch più venduto in assoluto, ma alla fine, se non fosse per l’ecosistema nel quale è inserito, risulta essere inferiore, dal punto di vista estetico e tecnologico, a molti prodotti offerti dalla concorrenza. E, soprattutto, non viene percepito come indispensabile. Io ne ho avuto uno in prova per una quarantina di giorni, prestato da un’amico che non aveva voglia di portarselo appresso durante un viaggio all’estero. Si, può sembrare utile e divertente tenerlo al polso, ma quando l’ho restituito non mi è passata minimamente per la testa l’idea di chiedergli di vendermelo, visto che comunque aveva deciso di disfarsene.

Dopo questo lungo excursus non voglio anch’io cadere nel luogo comune che attribuisce alla dipartita di Steve Jobs la causa di un possibile futuro ridimensionamento di Apple, ma non posso far finta di ignorare il suo coraggio di osare e la capacità di anticipare i tempi, e di saperlo fare nel momento giusto. Perché, se vogliamo, questa è la vera mission di Apple: offrire ciò che nessun concorrente riesce a immaginare. Saranno ancora capaci di farlo?

iPhone 8 concept by ConceptsiPhone

PS: Con questo articolo riprendo ad occuparmi con regolarità di tecnologia e elettronica di consumo, come facevo una decina d’anni fa, quando da queste parti capitava di veder passare un migliaio di utenti al giorno: qualcosa in più rispetto ai 150 mensili di oggi. Lo faccio perché 1) mi piace; 2) è – in parte – il mio lavoro. Non credo di riuscire a pubblicare un articolo al giorno, come facevo all’epoca, alzandomi alle 5.30 del mattino, tuttavia almeno uno a settimana proverò a imbastirlo. E chi vivrà vedrà…

Come Usare Apple Music gratis per 3 mesi e disattivare OGGI il rinnovo automatico

Apple MusicSe state leggendo questo articolo probabilmente sapere già cos’è Apple Music, altrimenti googolatelo. Probabilmente sapete anche che per tre mesi sarà disponibile gratuitamente, e che alla fine del terzo mese, se non provvedete per tempo alla disdetta, vi verrà addebitato l’importo di €9,99 o €14,99, a seconda dell’abbonamento da voi scelto per la prova.
Ora, fatta questa pallosissima doverosa premessa, vediamo come disabilitare da subito (si, si può) il rinnovo automatico, per evitare di dovercene ricordarvene tra tre mesi appiccicando post-it ovunque (troppo difficile per molti impostare un promemoria sull’iPhone…).
Il metodo più semplice consiste nell’andare su iTunes e cliccare su gestione account, in alto a destra dove c’è l’icona a forma di vagin… di ritratto, selezionare Informazioni Account. Vi si aprirà la scheda iTunse Store (se non succede andateci manualmente) e scorrete fino a Impostazioni. Li vi troverete la voce Abbonamenti, cliccate su Gestisci e poi, una volta individuato l’abbonamento a Apple Music, cliccate su modifica. Qui potete selezionare l’opzione che vi disabilita il rinnovo automatico.
Semplice, no?

AGGIORNAMENTO 14.07.2015
In realtà il rinnovo automatico si può disabilitare direttamente dall’iPhone, e io PIRLA non l’ho verificato quando ho scritto questo articolo. Vediamo di rimediare, basterà seguire questi 6 passaggi.

1. Aprite l’app Musica (che ricordo comparirà nel vostro device dopo aver installato iOS 8.4)

2. In alto a sinistra troverete l’icona dell’Account, che se non avete personalizzato avrà la forma di una testa di caz… stilizzata.

3. Cliccate su Visualizza ID Apple, dopodiché vi verrà chiesto di inserire la la vostra password

4. Cercate la voce “Abbonamenti” e cliccate su “Gestisci”

5. Cliccate sull’abbonamento a Musica e…

6. Scorrete l’interruttore che disattiva la voce “Rinnovo automatico”.

Previsioni sull’iPhone 6s

iPhone 6c ConceptVisto che il sottotitolo di questo blog recita “il mio blog su lettura, scrittura, opinioni e tecnologia…”, vedrò con questo articolo di rispolverare l’argomento evidenziato in grassetto, in memoria dei bei vecchi tempi, quando da queste parti si facevano 1000 utenti unici al giorno parlando di cellulari e regalando sfondi, temi e suonerie.
Peccato che la minaccia di una causa di copyright trolling mi ha costrinse a chiudere baracca e burattini… e a ridimensionare di un buon 99% il traffico sul sito.
L’oggetto dell’articolo è in puro stile fanboy, categoria alla quale non appartengo, ma che spesso gli utenti Apple si sentono affibbiare da… tutti gli altri (soprattutto nerds smanettoni su Linux e geek fanatici di Android).
Ora, per non farla troppo lunga, e per chiudere finalmente questa lunghissima introduzione (ah, la nostalgia!), passo subito al dunque: di seguito metterò per iscritto quelle che sono le mie previsioni sulle novità che verranno introdotte nel prossimo iPhone 6s, in uscita per Agosto/Settembre 2015. Iniziamo…
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LG Optimus 7

Quello che avete appena visto è il video pubblicitario relativo alla campagna promozionale lanciata da LG per il suo nuovo smathphone Optimus 7, il primo cellulare ad ospitare il sistema operativo Windows Phone 7.
La microsoft è finalmente riuscita a colmare il gap con i sistemi operativi touch screen realmente user friedly, come Android di Google e iOS di Apple. E se la concorrenza fa bene a tutti, sono sicuro che ne vedromo delle belle.

Arriva l’iPhone 4: una bomba!

Apple iPhone 4Tempo fa scrissi un articolo intitolato l’iPhone ti cambia la vita. Sono passati dei mesi, e lo stupore e l’entusiasmo delle prime settimane si sono progressivamente trasformati in routine. Ciononostante l’opinione iniziale è rimasta sostanzialmente la stessa: l’esperienza d’uso che l’iPhone può garantire è totalmente diversa da quella di qualsiasi altro cellulare, anche se i dispositivi basati su Android stanno lentamente colmando il divario.
Le caratteristiche salienti del nuovo dispositivo Apple sono state illustrate da tutte le fonti di informazione. Riassumo quelle che a mio avviso sono le più importanti.
Lo schermo presenta ora una risoluzione di 960 x 640 pixel, quadruplicata rispetto a quella dei “vecchi” iPhone. Considerato che le dimensioni dello schermo sono rimaste pressoché invariate (3,5″), si tratta della maggior risoluzione mai raggiunta in uno smartphone. Se luminosità e contrasto rimarranno invariati rispetto al predecessore, la vedo veramente dura per i vari concorrenti dell’iPhone. Infatti, nonostante quest’ultimo potesse contare su una risoluzione di 480 x 320 pixel,  poteva garantire una qualità di visione superiore a quella della maggior parte dei concorrenti con risoluzione superiore.
Risoluzione maggiore significa miglior fruizione dei contenuti multimediali, delle pagine internet, dei games, delle Apps. Siti internet particolarmente ricchi di immagini e testo potranno ovviamente avvantaggiarsi della maggior risoluzione: siti di news, quotazioni di borsa, casino on line.
l’iPhone 4, pur mantenendo sostanzialmente l’aspetto del predecessore,  vede le proprie dimensioni leggermente ridotte, soprattutto nello spessore, ora inferiore a 10 mm.
Migliorati i materiali. La plastica è stata bandita quasi del tutto, sostituita dal durissimo vetro alluminosilicato antigraffio nella parte posteriore (identico a quello della parte anteriore) e dal bordo metallico caratterizzato da una durezza cinque volte superiore a quella dell’acciaio.
Migliorata la velocità del sistema operativo, che ora può contare su un processore da 1 Ghz, da una quantità di ram raddoppiata e dalla presenza nativa del multitasking.
Al chipset GPS e all’accelerometro si affianca ora un’oscilloscopio, che dovrebbe garantire una maggiore sensibilità in tutte quelle applicazioni che si basano sul movimento de dispositivo.
Il sensore fotografico è ora da 5 mpx, corredato da flash led e con la possibilità di effettuare riprese video in qualità HD. Sono ora possibili le videochiamate.
I prezzi infine dovrebbero rimanere uguali  quelli dell’iPhone 3Gs, anche se immagino che in Italia un po’ tutti gli operatori telefonici che distribuiranno l’iPhone 4, almeno inizialmente, proveranno ad approfittare dell’effetto novità. Scommettiamo?

Creazione di un sito web: metodi di lavoro alternativi

Questo non è un articolo tecnico. I metodi di lavoro alternativi evidenziati nel titolo si riferiscono all’interazione cliente/web master che portano alla realizzazione di un sito.
L’esperienza che ho maturato nella creazione di siti web mi consente di indicare, tra i tanti, due principali metodi di lavoro, alternativi l’uno rispetto all’altro, che devono essere esposti al cliente prima di iniziare qualsiasi tipo di progetto.

Metodo n. 1: Carta bianca al Web master
Questo è il mio metodo di lavoro preferito e, al contempo, il più economico per il cliente. In sostanza, chiedo al cliente quali sono le sue esigenze, le sue preferenze in fatto di grafica e contenuti, la data approssimativa di pubblicazione del sito e qualche altro dettaglio secondario. Ottenute le risposte creo una bozza – solitamente solo grafica, utilizzando Fireworks – e la mostro al cliente, al quale consento di intervenire e suggerire tutte le modifiche che vuole (d’altra parte è lui che paga). Dopodiché inizio la realizzazione delle pagine web, e una volta completate, consegno il sito chiavi in mano al cliente, che può suggerire ancora qualche modifica, ma al quale non è consentito di stravolgere il tutto senza ulteriore esborso monetario.

Metodo n. 2: Interazione continua con il cliente
Questo metodo è decisamente più costoso. Per il cliente, che dovrà pagare cifre più alte. Lo è anche per me: dovrò impiegare più tempo; dovrò dormire meno la notte; dovrò sacrificare domeniche e festività e spendere cifre considerevoli in medicinali per il fegato, la bile e lo stomaco.
Per le suddette ragioni non propongo questo metodo di lavoro al cliente, ma è il cliente che lo richiede. Inizia anche questo con una presentazione grafica del sito, che normalmente viene approvata dopo 20/25 rivisitazioni. Dopodiché prosegue con la realizzazione del sito pagina per pagina, sotto il controllo diretto del cliente che normalmente mi fa realizzare l’80% del lavoro, salvo poi farti tornare indietro per farmi rifare tutto da capo. Questo ciclo può ripetersi un numero indefinito di volte, soprattutto se il cliente non ha pagato un acconto (in questo caso o è un mio amico, e non è detto che rimanga tale a lavoro ultimato, o non ero sufficientemente lucido quando ho accettato di iniziare a lavorare senza vedere soldi).
Alla fine, trascorso un periodo triplo o quadruplo rispetto al primo metodo, sopraffatti dalla stanchezza ci si accorda con il solito compromesso sbilanciato a favore del cliente e il sito viene pubblicato.

Ovviamente può capitare che l’interazione tra cliente e web master porti a risultati migliori in tempi ragionevoli e senza particolari problemi (soprattutto alla cistifellea), ma, lo dico per esperienza diretta, si tratta di casi più unici che rari… o più insistenti che unici.

L’iPad non mi entusiasma

Apple iPad

Apple iPad

Aspetto di vederne uno dal vivo. L’iPad di Apple, quello visto in TV, nei giornali e nei siti internet, non mi entusiasma per niente.
Sarà che i tablet non mi hanno mai attirato. Sarà che mi piacciono le apparecchiature tecnologiche dalle dimensioni contenute o, al contrario, con la massima potenza disponibile. Sarà che mi fido troppo del mio istinto. Ma di questo iPad non ne sento assolutamente la mancanza.
E’ vero: in Italia non ha ancora preso piede il mercato degli eBook, e per quanto mi riguarda difficilmente rinuncerò a mettere un bel romanzo “cartaceo” in libreria per portarmi appresso la sua versione elettronica. La mia idea di libro elettronico è questa: uno acquista un libro vero e proprio, in libreria o in internet, e insieme a questo, anche pagando un piccolo sovrapprezzo, gli si da la possibilità di scaricare la versione elettronica dello stesso.
Diverso per le riviste e i quotidiani, che in pochi conservano. Per questi ultimi il formato eBook può rivelarsi pratico e conveniente.
E’ vero, l’iPad fa altro, è un tablet a tutti gli effetti con il quale si può fare un po’ di tutto: navigare in rete; giocare; scrivere; scaricare applicazioni; scaricare musica; telefonare. Ma a parte il fatto che le stesse cose si possono fare, più o meno comodamente, con un normale iPhone o un netbook, per quale motivo Apple si è imbarcata nella creazione di un gadget che non “crea” nessuna nuova “esigenza” ?
Con l’iPod si sentiva la mancanza di un lettore MP3 evoluto abbinato a un pratico sistema di acquisto di contenuti. Ed è stato un successo.
L’iPhone ha portato finalmente la vera navigazione in rete su un cellulare, abbinato a un vero sistema operativo touch screen. E anche qui il successo è stato clamoroso.
Ma l’iPad cosa fa di nuovo?

Tornare ai Videogames a 36 anni

PS3 Slim

PS3 Slim

La mia generazione ha visto nascere il fenomeno Videogames. Ho iniziato a frequentare le sale giochi in tenera età, accompagnato da mio padre. Introducevo le monete da 100 o 200 lire, o i gettoni, e mi immergevo in quei giochi che i miei coetanei sicuramente ricordano: Space Invaders, Pacman, Snake, Poleposition.
Ho assistito attivamente alla nascita del fenomeno home computer. Gli home computer erano quelle macchine che i genitori regalavano ai propri figli “per studiare”. Allora si diceva così, ma in che modo gli home computer potessero essere utilizzati “per studiare”, in assenza di internet e di software apposito, nessuno l’ha mai capito. In realtà qualcuno, tra i quali il sottoscritto, alla fine il computer lo usava davvero per crearci qualcosa di utile a livello didattico. A 12 anni programmai in MSX-BASIC (sono uno dei rari freack a NON aver avuto un commodore 64 o uno ZX Spectrum) un software con “dentro” tutte le formule della geometria solida che un bambino di 12 anni poteva conoscere. Per il resto, decine di cassette (quali CD?, quali Floppy?) con dentro intere compilation di videogames. Il 3D ancora non esisteva, se non in fase embrionale. Qualcosa di simile al 3D erano la grafica “isometrica” e quella “vettoriale”. I giochi erano fatti di sprite, ed erano molto simili a quelli dei primi cellulari java, quando erano fatti bene.
Compiuti i 15 anni, per uno strano gioco del destino, persi interesse nell’informatica (proprio quando iniziavano ad affermarsi le interfacce grafiche, i processori multi task e i colori visualizzabili non erano più soltanto 16, 64 o, per pochi fortunati, 256) e spostai la mia attenzione verso “altre cose”…
Per quanto mi riguarda il capitolo Videogames era quasi del tutto chiuso. Ogni tanto accendevo il Sega Master System o il Game Gear, ma l’adolescenza era andata via del tutto e così mi ritrovai negli anni 90 con la passione per l’informatica che si faceva nuovamente sentire.
A 20 anni comprai il mio primo PC, un 486 sx della packar bell con scheda grafica integrata della cirrus logic. Non disdegnavo qualche partita con questo o quel videogame rigorosamente piratato, ma non si trattava di passione vera e propria. Un passatempo e niente più. Fino a che non mi capitò Doom tra le mani. Doom non era un videogioco, era un’esperienza. Per un po’ la passione si riaccese, toccando l’apice con i vari Tomb Raider, Max Payne e War Games Assortiti, fino ad affievolirsi e sparire del tutto nei primi anni dello scorso decennio.
Nel frattempo l’informatica era diventata il mio lavoro. Nella mia lista delle passioni preferite internet e cellulari avevano preso il posto dei videogames. Di conseguenza i computer super pompati con scheda grafica ultra potente e overclock vari vennero sostituiti da innocui notebook da lavoro.
All’uscita della Playstation 3 pensai che se mai avessi deciso di spendere un po’ del mio tempo con i videogames, quella sarebbe stata la mia console… Tuttavia lasciare passare del tempo. La mia vita privata era, ed è, piena di altre priorità.
L’anno scorso compro un televisione full HD, l’impianto Dolby DTS già ce l’avevo, ed entro nel modo dell’alta definizione grazie a Sky (sottoscrivo tra l’altro il servizio my sky). L’HD riesce a entusiasmarmi. Penso che anche i videogames in full hd devono essere qualcosa di spettacolare. Un parente mi fa giocare alcune partite con una Xbox 360 e, siamo a natale 2009, mio figlio vede in un ipermercato il gioco Wall-e per PS3 in offerta. Babbo mi compri quello?
E così mi ritrovo con una playstation 3 slim collegata al resto del mio impianto multimediale. E mi ritrovo a passare ore a uccidere nemici (virtualmente parlando, ovvio) risolvere enigmi e immergermi in quelle sempre più coinvolgenti realtà virtuali.
A 36 anni.
Che c’è di male?