David F. Duffy, La strana storia dell’androide Philip K. Dick

Attorno al 2003 un gruppo di persone provenienti da esperienze diverse misero insieme le proprie abilità per dare vita a un progetto alquanto singolare: la creazione di un androide dotato di intelligenza artificiale con le sembianze di Philip K. Dick. I principali partecipanti al progetto erano lo scultore David Hanson e gli informatici Art Graesser e Peter Olney. Il primo era attivo nel campo della robotica antropomorfa, mentre gli altri due si occupavano di programmazione e intelligenza artificiale. Il risultato fu la creazione di un androide dal volto sinistramente identico a quello di Philip Dick, che poteva interagire con le persone, conversare e rispondere alle domande in puro stile dickiano. Al progetto venne dato un certo risalto sia in ambito scientifico che a livello puramente mediatico, tanto che la cosa attirò l’attenzione di Google. Proprio durante un viaggio in aereo con destinazione Mountain View, in California (la sede di Google), la “testa”, ossia la componente principale e tecnologicamente più evoluta dell’androide, venne misteriosamente e definitivamente smarrita, mettendo così la parola fine al progetto.
David F. Duffy, uno psicologo attivo in ambito informatico, ricostruisce tutta la storia in questa interessante opera, un po’ romanzo, un po’ libro di divulgazione scientifica, con qualche interessante inserto biografico.
La strana storia dell'androide Philip K. Dick, copertina originalePer quanto mi riguarda, ho deciso di leggere il libro per due semplici motivi: 1) sono un appassionato di Philip K.Dick ormai da quasi trent’anni; 2) lavoro in ambito informatico. Quest’ultima mia caratteristica non è assolutamente necessaria per affrontare la lettura dell’opera, scritta in modo semplice e senza tecnicismi da addetti ai lavori.
Peccato per la traduzione, che in alcuni punti mi è sembrata troppo “letterale”: ogni volta che leggevo del Laboratorio della Propulsione a Getto mi veniva l’orticaria. Per il resto, il libro si legge velocemente, è arricchito da qualche illustrazione (pessime nelle versione ebook) e l’autore in qualche modo riesce a catturare l’attenzione, nonostante venga raccontato già nelle prime pagine come l’intera vicenda andrà a finire. Consigliato agli appassionati del compianto scrittore californiano e a chi si interessa di intelligenza artificiale.
PS: Qualche anno fa trassi da questa vicenda un racconto dal titolo Philip K. Dick, Androide, che poi decisi di rendere pubblico in questo sito. È un racconto brevissimo, che si legge in due minuti. Se avete tempo da perdere…

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