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Cormac McCarthy – Figlio di Dio

Lester Ballard non è il “solito” serial killer. Niente a che vedere con i tanti Hannibal Lecter colti, intelligenti, e diabolicamente affascinanti che troppo spesso caratterizzano i romanzi di genere. Lester Ballard è, molto semplicemente, un miserabile reietto, un rifiuto della società dalle pulsioni aberranti. Lester Ballard è un necrofilo, stupratore, assassino e cacciatore.
Non c’è niente di eroico in lui, niente di epico.
In questo romanzo McCarthy affronta ancora una volta un argomento a lui caro, quello della violenza senza senso, gratuita, immotivata, e per certi versi “filosofica”. Tra le pagine del libro emerge chiaramente il degrado di una certa provincia americana dove ignoranza, istinto e miseria regolano i rapporti umani… o disumani. Sembra quasi di avere a che fare con un romanzo apocalittico.
Facile da leggere, e anche per questo bellissimo, Figlio di Dio si regge su dialoghi scarni e intelligenti, resi bene dall’ottima traduzione.
È un romanzo di McCarthy, quindi consigliato.
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Cormac McCarthy – Meridiano di Sangue

Il vecchio west e la violenza estrema, questi gli argomenti preferiti da Cormac McCarthy, che il questo Meridiano di Sangue riesce a mescolare sapientemente, trasformando la saga west di un gruppo di cacciatori di scalpi in un fiume di tenebra grondante sangue.
L’orrore. Sembra quasi di sentire il sussurro del Colonnello Kurtz di Conraddiana e Coppoliana memoria, nel lugo dipanarsi di atti di ferocia estrema, esecuzioni, miseria, stragi, povertà, stenti e decadenza. In mezzo a una natura selvaggia, a volte crudele, altre incantevole.
Se in alcuni tratti del romanzo si sostituisce l’anno in cui si svolgono i fatti, il 1850, con un’epoca imprecisata appartenente a un remoto futuro, si può credere di avere a che fare con un romanzo di fantascienza apocalittica.
Affascinante e misteriosa, e a tratti un po’ stereotipata se non caricaturale, la figura del Giudice Holden, messia del male con le fattezze di un gigante glabro. Ambasciatore delle coscienze criminali dei demoni che cavalcavano nel deserto.
Romanzo un po’ troppo lungo, ma mai noioso. Poetico e visionario. Da leggere. Del resto l’ha scritto McCarthy, una garanzia.

Cormac McCarthy – Non è un paese per vecchi

Dopo aver letto La Strada ed esserne rimasto allo stesso tempo impressionato e affascinato, ho deciso di affrontare la lettura dell’altro romanzo “famoso” di McCarthy, questo Non è un paese per vecchi dal quale è stato tratto l’omonimo film capolavoro dei Fratelli Cohen.
E non ne sono rimasto deluso, tutt’altro.
Si tratta anche in questo caso di un romanzo bellissimo e coinvolgente, tanto che i fratelli Cohen hanno pensato bene di non stravolgerne dialoghi, trama e atmosfere.
Bellissimi i capitoli nei quali lo sceriffo Ben espone i propri ricordi e le proprie riflessioni in prima persona. Parole semplici, vere e autentiche. Nessun autocompiacimento, nessun virtuosismo verbale.
I romanzi di Cormac McCarthy dovrebbero essere letti a scuola. Si dovrebbe dire agli alunni: “Se da grande vorrai fare lo scrittore, impara a scrivere in questo modo”.
Mai banale o prolisso. Semplice, diretto e commuovente.
Altro capolavoro, punto e basta.

Cormac McCarthy – La Strada

Questa-è-letteratura…! Premiato con il Pulitzer, La Strada di McCarthy è un romanzo duro, a tratti crudele e angosciante, ma anche poetico e colmo di speranza. È la storia di un padre e di un figlio, di cui non conosceremo mai i nomi, fortemente legati l’un l’altro, i cui sentimenti reciproci ci vengono raccontanti da McCarthy senza mai scadere in una narrazione sdolcinata e melensa. La Strada è un romanzo di fantascienza distopica, con poca scienza e poca speculazione. È, soprattutto, uno dei più bei libri che abbia mai letto. Uno di quelli che arrivati all’ultima pagina ti fanno accapponare la pelle, e me è successo, letterlamente.
Sulla storia non c’è poi molto da raccontare: ci troviamo in una Terra devastata da una catastrofe non svelata, probabilmente una guerra nucleare. Una Terra invasa dalla cenere, con il cielo perennemente coperto da una coltre grigia, le piante morte o carbonizzate e gli animali estinti. Un mondo in preda alla barbarie, con i pochi sopravvissuti dediti al cannibalismo o alla razzia. In questa terra desolata, un padre e un figlio percorrono verso sud le lunghe strade d’asfalto, perennemente in cerca di qualcosa da mangiare, trascinandosi dietro un carrello colmo di piccoli oggetti. Oggetti indispensabili per la sopravvivenza.
MaCharty ci sa fare con le parole, e fortunati sono quelli che possono permettersi di leggere questo romanzo in lingua originale.
Dico la verità: ho letto questo romanzo perché amante del genere distopico, e La Strada è l’unico romanzo di McCarthy che può esservi annoverato.
Spero ne scriva altri*, nel frattempo proverò a leggere alcuni dei suoi altri capolavori, a cominciare dal celebre Non è Un Paese per Vecchi, romanzo dal quale i fratelli Coen hanno tratto il bellissimo film premiato con tre oscar.

AGGIORNAMENTO 25 Giugno 2015
Sono passati sei anni da quando ho scritto questa recensione, e nel frattempo ho letto altri libri di McCarthy. La Strada rimane per me il più bello, ma gli altri sono comunque dei capolavori: Non è Un Paese per Vecchi; Meridiano di Sangue; Figlio di Dio.
Ognuno di questi merita di essere letto e riletto, d’altronde McCarthy è uno dei più grandi scrittore viventi, garantito.

* Scrivevo tutto ciò un bel po’ di anni fa. Oggi, nel 2018, vi sarei grato se contestualizzaste…