Archivi tag: Fantascienza

“Nel Cuore della Notte” pubblicato nell’atologia Visions, l’Italia del futuro

Visions, l'Italia del FuturoIl mio racconto Nel Cuore della Notte è stato pubblicato nell’antologia Visions, l’Italia del futuro, edita dal sito Leggere Distopico e Fantascienza Oggi.
Clicca qui per l’incipit, qui per acquistare l’ebbok su Amazon. In futuro verrà pubblicata la versione cartacea.

“Una Cinica Decisione” pubblicato nell’atologia Slava Ukraïni! 9 penne contro l’Orco

Slava Ukraïni! 9 penne contro l'OrcoIl mio racconto Una Cinica Decisione è stato pubblicato nell’antologia Slava Ukraïni! 9 penne contro l’Orco, edita da Tabula Fati e curata da Pier Francesco Prosperi.
Clicca qui per l’incipit, qui per lo store di Tabula Fati dove acquistare il libro, disponibile anche su Amazon.

Philip K. Dick, Le Tre Stimmate di Palmer Eldritch

Ho riletto per la terza volta questo capolavoro assoluto del grande Philip K. Dick, nella traduzione di Umberto Rossi. L’ho fatto a più di venticinque anni dalla seconda lettura e l’ho ritrovato, ancora una volta, semplicemente meraviglioso.
Ne Le Tre Stimmate di Palmer Eldritch, da alcuni considerato il miglior romanzo scritto dal visionario scrittore californiano, troviamo la summa di tutte le tematiche tipiche della narrativa dickiana: l’impossibilità di definire la realtà entro canoni oggettivi, l’abuso di droghe, la paranoia, la denuncia del capitalismo pervasivo, il fascismo palese o latente, il ricorso alle arti quale forma di elevazione spirituale, i poteri paranormali (che rendono tutt’altro che supereroi chi li possiede), il misticismo tecnologico, l’inadeguatezza nel rapportarsi con le persone e soprattutto con le donne… e tanto altro. Descriverne la trama non è impresa semplice. Sostanzialmente, siamo alle prese con una serie di personaggi che si muovono in una società altamente competitiva, dove alcune multinazionali si contendono il ricco mercato delle forniture per le colonie marziane. Continua a leggere

Karen Joy Fowler, Siamo tutti completamente fuori di noi

Romanzo impossibile da recensire senza svelare il colpo di scena sul quale si poggia l’intera vicenda. Cercherò di evitarlo, consapevole del fatto che verrà fuori una recensione povera e perlopiù incomprensibile.
Allora, Siamo tutti completamente fuori di noi è un romanzo della statunitense Karen Joy Fowler, scrittrice  sconosciuta dalle nostre parti, operante in ambito Fantasy/SF (vincitrice di un Nebula e di un John Wood Campbell).
Il romanzo è raccontato in prima persona dalla protagonista, Rosemary Cooke, una giovane donna che ripercorre i ricordi della sua vita segnata da un evento traumatico, e lo fa in modo circolare, non partendo dal principio, al quale si arriverà per gradi, ma ripercorrendo gli eventi a ritroso, dagli anni del college fino alla primissima infanzia. Rosemary è la secondo genita di una famiglia composta da un padre scienziato, che porrà Rosemary al centro di un inedito e particolare esperimento scientifico, poi bruscamente interrotto, un fratello ribelle, una madre depressa e una sorella misteriosamente scomparsa. Continua a leggere

Lawrence Wright, Pandemia

Cosa poteva leggere un appassionato di fantascienza distopica e apocalittica durante il lockdown decretato la scorsa primavera? Un romanzo che si intitola, appunto, Pandemia, scritto poco prima dell’avvento del SARS-COV-2 da Lawrence Wight, autore statunitense già Premio Pulitzer.
Il romanzo anticipa in maniera dettagliata praticamente tutto quello a cui siamo andati in contro, e che continuiamo a vivere ancora oggi. Dal distanziamento sociale, all’uso delle mascherine, dalla carenza di posti nelle terapie intensive alle politiche di lockdown. Poi però nel romanzo le cose peggiorano, e di brutto, a causa degli elevati tassi di mortalità e contagiosità del virus immaginato da Wight. Non solo: a un certo punto anche le grandi potenze mondiali, colla situazione totalmente fuori controllo, iniziano a guardarsi in cagnesco, e ad abbaiare…
Il protagonista è il Dottor Henry Parsons, epidemiologo di fama mondiale, il cui handicap fisico non gli ha impedito di costruirsi una carriera prestigiosa e mettere su una tipica e stereotipata famiglia americana, con figlia teenager ribelle e fratellino rompiscatole. E sono proprio le vicende della famiglia, rimasta negli Stati Uniti, a fare da contraltare alla missione impossibile che il Dottor Parsons dovrà affrontare in giro per il mondo: trovare l’origine del virus e, cercare una possibile cura ed evitare che politici e governanti mandino tutto a putt ramengo. Continua a leggere

Ian McEwan, Macchine come me

Hai voglia a dire che Macchine come me di Ian McEwan non è fantascienza. Lo è eccome! Come definire diversamente un romanzo sapientemente ambientato in un universo ucronico e che annovera tra i protagonisti un androide?
Eppure, a partire dall’autore stesso, la definizione di romanzo fantascientifico non è stata quasi mai utilizzata per indicare il genere letterario nel quale può essere annoverata quest’opera. Solito atteggiamento snob nei confronti di un genere popolare, o esigenze commerciali da salvaguardare? Direi entrambi…
Ci troviamo in una realtà alternativa, il cui POV (point of divergence) parte dalla scelta fatta dal genio matematico e padre dell’informatica Alan Turing (quello di Enigma, per intenderci) di accettare la pena detentiva, comminatagli a causa di una condanna per omosessualità, anziché sottoporsi alla castrazione chimica, sopravvivendo così a quella depressione che nel nostro continuum pose fine alla sua esistenza a soli 41 anni. Grazie al lavoro del Turing “sopravvissuto” il progresso tecnologico ha subito un’incredibile accelerazione, tanto che nel 1982 ucronico immaginato da McEwan sono già disponibili le tecnologie che nel nostro presente verranno introdotte molto più tardi: internet e i social network, telefoni cellulari, autoveicoli a propulsione elettrica e quant’altro. Ma le differenze non si limitano soltanto alla tecnologia: missili di fabbricazione francese forniti al governo argentino e dotati di intelligenza artificiale hanno disintegrato la flotta britannica salpata per le Isole Falkland, determinando la vittoria dell’Argentina nella breve guerra contro il Regno Unito. Il premier Margaret Tatcher si trova così in enorme difficoltà, incalzata peraltro da una situazione economica e sociale precaria, con frequenti disordini di piazza e la disoccupazione arrivata livelli incontrollabili. Nel mentre i Beatles, nuovamente riuniti a dieci anni dallo scioglimento, riprendono a mietere successi; il laburista anti europeista Tony Benn si candida a sostituire la Lady di Ferro; negli USA Jimmy Carter sconfigge Ronald Reagan. Continua a leggere

Paul Auster, Uomo nel buio

Dopo aver letto Uomo nel buio, romanzo minore del celebre e prolifico scrittore newyorchese Paul Auster, ho avuto l’impressione che l’autore in un primo momento avrebbe voluto scrivere un’opera fantascientifica, sottogenere ucronico, ma poi ci abbia ripensato, virando verso la solita saga familiare in formato pocket, considerando le sole 152 pagine dell’edizione cartacea.
August Brill è un anziano critico letterario, costretto su una sedia a rotelle a causa di un grave incidente automobilistico. A seguito di una serie di lutti e divorzi che hanno coinvolto sia lui che la sua discendenza, si ritrova ad affrontare la vecchiaia sull’orlo di una depressione che lo porta a soffrire d’insonnia. Durante le notti passate a rimuginare cerca di ingannare il tempo immaginando storie e situazioni di fantasia. In una di queste, che al lettore appare come un romanzo dentro il romanzo, il protagonista è Owen Brick, un prestigiatore che improvvisamente si trova catapultato in una realtà alternativa. Nell’ucronia immaginata da August Brill/Paul AusterGeorge W. Bush ha perso le elezioni presidenziali del 2000, le Torri Gemelle non sono state abbattute, non c’è stata la guerra in Iraq, e gli Stati Uniti sono sconvolti da una nuova guerra civile. Continua a leggere

Daniel Keyes, Fiori per Algernon

Benché legga fantascienza da una vita (bé, senza esagerare, diciamo da una mezza vita), con diverse centinaia di opere lette all’attivo, ho accumulato negli anni diverse lacune riguardanti la lettura dei classici del genere. Di fatto, le mie letture sono sempre state istintive e mai “doverose”. Ho così trascurato praticamente tutta la space opera, sottogenere che non apprezzo (Asimov a parte), più qualche altro classico del quale, per vari motivi e pur conoscendone l’importanza, ne ho sempre rinviato la lettura. Fiori per Algernon, scritto alla fine degli anni 50 del secolo scorso da Daliel Keyes, psicologo prestato alla letteratura, è uno di questi.
Charlie Gordon è un adulto affetto da un forte ritardo mentale e da un quoziente intellettivo particolarmente basso. Allontanato dalla famiglia ancora adolescente, è cresciuto presso un istituto psichiatrico, dove con determinazione e forza di volontà ha imparato a leggere e, in maniera molto approssimativa, a scrivere. Lavora presso una panetteria, dove svolge mansioni umili e dove si trovano quelli che lui considera i suoi amici. Continua a leggere