Efe Tobunko, Risoluzione 23

Sarò banale, ma neanch’io posso esimermi dal far notare quanto questo romanzo breve ricordi, per stile e tematiche, le migliori storie cyberpunk degli anni 90′.
In molti hanno paragonato Efe Tobunko, talentuoso e ramingo scrittore africano, di cui non avevo mai sentito parlare, al miglior Gibson, con forti rimandi alla fantascienza distopica di Orwell e Huxley. Personalmente, forse per via della narrazione in prima persona, ci vedo qualcosa di G.A.Effinger, quello della trilogia del Budayeen e del Gattino di Schrödinger, e mi fermo qui coi paragoni.
La storia è ambientata in un futuro non troppo lontano, nel quale immani sconvolgimenti climatici hanno trasformato gran parte della Terra in un pianeta freddo e inabitabile. Soltanto nella fascia compresa tra i due tropici le temperature consentono la sopravvivenza della razza umana, e proprio a Lagos, città più grande del mondo e capitale di una Nigeria tecnologica e sviluppata, si muovono i protagonisti del racconto.
Una sopravvivenza tutto sommato agiata per i “Cittadini”, perennemente e fisicamente connessi (e dove il verbo “connettere” ha sostituito nella lingua parlata “pensare”, “capire”,”intuire”) a una rete che si spinge fine dentro il loro cervello, non più mediata dai device “esterni” ai quali oggi siamo abituati. Tutto questo questo grazie all’utilizzo di interfacce neurali che consentono di sovrapporre il cyberspazio alla realtà.
Lugard è un poliziotto, un Cittadino che improvvisamente, a seguito di una “googolata” compromettente bloccata dalle autorità, viene scollegato dalla rete, sorte alla quale vanno incontro i criminali. Diventa pertanto una “Persona”: impossibilitata ad accedere alla rete, priva di qualsiasi diritto e “sacrificabile”. Come lui gli altri tre quarti della popolazione planetaria. Insieme a Sayoma, programmatrice insolitamente depressa nonostante il supporto del Neuro, e Nakaya, capo del gruppo terrorista autore di un crimine alla 11/9, tenterà di cambiare il destino dell’umanità. Destino segnato dall’enigmatica Risoluzione 23.
Che dire: un piccolo gioiello fantascientifico. Letteralmente piccolo. Non sono un estimatore dei tomi da mezzo chilo, ma davvero questo Risoluzione 23 avrebbe meritato qualche pagina in più, anche perché i temi sviluppati lungo la narrazione sono così numerosi e interessanti che l’arrivare così velocemente alla fine della storia lascia inevitabilmente un po’ di amaro in bocca.
Ne vale comunque la pena, garantito.

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