Tom Perrotta, Svaniti nel Nulla

Lo confesso: più di una volta sono andato vicino all’abbandono della lettura di questo libro. Ma alla fine, prendendomi molto più tempo di quello necessario, sono riuscito ad arrivare alla 398ttesima pagina di questo estenuante episodio mal riuscito di Ai Confini della Realtà.
Si, perché è evidente che l’intento dello scrittore italo americano Tom Perrotta è quello di ricalcare esattamente quel tipo di atmosfere alla The Twilight Zone. Obiettivo fallito.
Ma allora come ho fatto io, omicida seriale di libri abbandonati nei dintorni di pagina cinquanta, a portarne a termine la lettura? Andiamo per ordine…
Prima di affrontare la lettura del libro, ho seguito su Sky fino all’ultima puntata la serie TV che ne è stata tratta, e che vede lo stesso Tom Perrotta nel duplice ruolo di produttore e autore del soggetto.
Ho trovato la serie molto bella, anche se non ai livelli di True Detective, mio attuale termine di paragone in fatto di capolavori televisivi. Ottimi gli interpreti, con il bravo Justin Teroux e la (per me) sconosciuta Ann Dowd a svettare su tutti gli altri, che tra l’altro non sono dei pinco pallino qualunque: Liv Tyler, “Dr. Who” Christopher Eccleston…
Gli otto episodi sono ben costruiti e scorrono piacevolmente in un’alternanza di colpi di scena, introspezione e misteri mai troppo svelati, che conducono a un finale [SPOILER] dove viene lasciato tutto in sospeso in vista della seconda serie.
Quel “sospeso” che credevo venisse svelato nel romanzo, motivo per cui ho deciso di acquistarlo, e che invece finisce nello stesso identico modo della prima stagione della serie TV [/SPOILER].
Nel romanzo invece non ci sono mai veri e propri colpi di scena, mentre l’antefatto iniziale, la sparizione dalla faccia della terra del 2% della popolazione (profezia contenuta in alcune pagine della bibbia), lascia subito il terreno all’analisi dei comportamenti e delle reazioni dei tanti personaggi che popolano la storia. Seguiamo quindi le vicende di Kevin, sindaco di una cittadina di provincia, Mapleton, e di sua moglie Laurie. La quale, come reazione al trauma della “rapimento”, abbandona la famiglia per entrare nella setta dei Colpevoli Sopravvissuti. Si tratta di persone che fanno voto di silenzio, rinunciano a tutti i piaceri e i confort della vita, fumando in continuazione per “proclamare lo loro fede”, in attesa della fine dei tempi, che ritengono imminente.
Assisteremo alla deriva dei due figli del sindaco. Tom, il figlio maggiore, abbandonerà casa per seguire la missione di un carismatico santone dai poteri taumaturgici il quale, una volta finito nelle mani della polizia, gli affiderà una sua vestale minorenne, incinta di quello che potrebbe essere un nuovo messia.
Jill, figlia minorenne di Kevin e Laurie, rimasta a casa con il padre, affronterà il trauma del rapimento e dell’abbandono della famiglia da parte della madre lasciandosi andare al tedio, alla promiscuità sessuale e alle canne.
Vivremo l’incerta relazione tra Kevin e Nora, una giovane vedova che ha visto sparire nello stesso istante il marito e i loro due figli.
Insomma: ci fracasseremo non poco le palle, scusando il francese, leggendo tutte queste storie deprimenti (scritte comunque molto bene, con poche cadute di ritmo), in attesa di scoprire che cavolo di fine abbiano fatto tutte le persone sparite. Persone di ogni ceto, religione, buoni e cattivi, santi e peccatori. Random, senza distinzione alcuna.
Nella serie TV invece troviamo alcune differenze sostanziali tra i protagonisti (nella parte del sindaco troviamo un poliziotto; la figlia trascura gli studi ma della sua promiscua attività sessuale non v’è traccia; troviamo un personaggio misterioso che non si capisce bene da dove salti fuori ma che ha un’influenza sinistra sul poliziotto; il prete nel romanzo ha poco spazio, mentre nel telefilm è uno dei protagonisti principali… ecc.), e soprattutto l’aura di mistero si estende molto oltre l’antefatto iniziale, coinvolgendo i personaggi in enigmi e visioni solo apparentemente scollegati tra loro.
Per concludere, volevo scrivere la recensione del libro e mi sono dilungato in quella del telefilm, ma giusto per tirare le somme: se avete visto il telefilm, potete leggere il libro senza aspettarvi granché (gli ho dato due stellette su cinque su Amazon), ma dovete essere dei veri amanti della lettura. Se vi piacciono i romanzi apocalittici e amate la fantascienza lasciate perdere. In definitiva abbiamo a che fare con il racconto delle dinamiche sociali tra gli abitanti di una cittadina americana come tante, e i colpi di scena sono limitati ai tradimenti, alle relazioni di amicizia, a quelle sessuali e quelle sentimentali. Un polpettone insomma, e benché l’ambientazione ricordi le atmosfere kinghiane, la dichiarazione dello stesso King* mi sembra abbia a che fare col business più che con la qualità del romanzo.

*”The Leftovers è semplicemente il migliore episodio che non si è mai visto di Ai confini della realtà, non I mostri in Maple Street ma I mostri di Mapleton”

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