Archivio mensile:Luglio 2011

Non confermo e non smentisco

Luciano MoggiRicordo ancora una delle classiche risposte che solitamente Luciano Moggi rilasciava ai cronisti interessati alle trattative di mercato della Juve. Alla domanda: “È vero che la Juve è interessata a Tal dei Tali“, Moggi sovente rispondeva “Non confermo e non smentisco”. Questa risposta veniva rilasciata per depistare. Infatti il giornalista e il lettore pensavano che la Juve stesse effettivamente trattando il tal giocatore, ma rimaneva nel dubbio, mentre invece alla fine saltava fuori dal cilindro qualcuno di cui non si era mai parlato, e che alla fine si rivelava migliore dei giocatori fin lì ipotizzati.
Saper condurre una trattativa di mercato, portare alla propria squadra i top player e le giovani promesse, vuol dire anche saper sfruttare alcune tecniche di comunicazioni con i media, di cui l’ex ferroviere Moggi era un maestro incontrastato. Avrebbe meritato una laurea ad honorem.
Veniamo al presente. L’affiatato duetto Marotta & Paratici deve rassegnarsi a prendere esempio dalle suddette tecniche moggiane, se non vogliono continuare a collezionare magre figure. L’ultima in ordine di tempo: Lo Monaco del Catania che annuncia la vendita di Silvestre al Palermo.
Probabilmente Silvestre non interessava alla Juve, oppure veniva considerato giocatore da seguire ma da tenere in basso nella scala delle priorità. Purtroppo l’impressione data è che il Palermo ha soffiato Silvestre alla Juve. Così come il City le ha soffiato Aguero (e Dzeko l’anno scorso). Il Napoli Inler. Il Barcellona Sancez.
Troppi i nomi accostati alla Juve. E tutti, purtroppo, effettivamente trattati, o contattati, o opzionati.
Marotta deve imparare a mantenere segrete le trattative. A non annunciare i suoi viaggi. A smentire qualsiasi interessamento a chicchessia. A Non Confermare e Non Smentire. E non trasformare ogni trattativa e in interminabili tour de force. Un po’ di mestiere, che cavolo!

Vindice Lecis – Golpe

Una piacevole sorpresa. Non conoscevo questo bravo autore, Vindice Lecis, giornalista del gruppo L’Espresso. Ho trovato questo romanzo per caso e l’ho letteralmente divorato.
Romanzo breve, scritto bene, dalla trama veloce e dal tema interessante. Peccato per qualche refuso di troppo che l’editore s’è fatto scappare. La storia è quella del tentato golpe organizzato dal principe Junio Valerio Borghese, golpe messo in atto nella notte tra il 7 e l’8 dicembre 1970 e poi improvvisamente bloccato grazie a un provvidenziale e misterioso contrordine.
Il romanzo non svela niente di quello che già si sa, e non fornisce teorie o ipotesi nuove, tuttavia di tratta di una facile lettura, vista da sinistra. Se volgiamo l’elemento nuovo è il racconto della vigilanza che l’allora PCI mise in atto, in quanto preventivamente informata, rispetto al probabile colpo di mano.
In mezzo a tutto il resto, una semplice spy story, una storia d’amore e tanti riferimenti storici e giornalistici a un periodo storico dalle tante ombre e dalle poche luci. Lettura consigliatissima, anche sotto l’ombrellone.

Il Gesto Nobile

In molti invocano “il gesto nobile”. Già, perché secondo alcuni restituire qualcosa di immeritato è un “gesto nobile”.
Restituire uno scudetto assegnato a tavolino sarebbe “un gesto nobile”? Un gesto da “signore”, come la stampa ama dipingere il presidente degli “onesti”?
Io lo chiamerei piuttosto un atto dovuto, altro che gesto nobile. E senza fare tante storie.

E vissero tutti prescritti e contenti

Fa specie che nessuno di quegli inquisitori che ad ogni prescrizione del B. fanno a gara ad invitarlo a rinunciarvi (giustamente) non abbiano avuto niente da ridire circa la prescrizione intervenuta provvidenzialmente a levare le castagne dal fuoco al procuratore federale Palazzi e all’Internazionale FC.
Si potrebbe pensare che “in presenza di nuovi elementi”, quali sono le intercettazioni che coinvolgono gli “onesti”, prima imboscate da qualcuno e poi recuperate dal mostro Luciano Moggi, la prescrizione potrebbe beatamente andarsene a quel paese. Ma vabbé, non stiamo a fare i pignoli. Tuttavia non si capisce perché Palazzi ritenga opportuno dover “invitare” a lasciare le cose così come stanno.
Sarebbe stato professionalmente ineccepibile invitare, allo stesso modo, la FIGC a occuparsi della questione, con un appropriato scarica barile.
E la FIGC il 18 luglio, appunto, si occuperà della faccenda lasciando, appunto, le cose come stanno… come da invito del procuratore suddetto.
E fa niente se Abete, tra un abbraccio commosso a Moratti e una lode sperticata all’Inter, ebbe a dire che “L’etica non si prescrive”.
In un paese dove mezzo parlamento ha fatto finta di credere che una marocchina senza fissa dimora fosse la figlia di Mubarak, è facile convincersi del fatto che promettere posti di lavoro ad un arbitro in attività non costituisca illecito sportivo.
Lo scudetto di cartone rimarrà all’Inter, è già tutto deciso.