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Due miliardi di nuove tasse

La verità, impossibile da smentire, è che la nuova legge finanziaria prevede due miliardi di nuove tasse per famiglie e imprese. Altro che cambio di rotta, riduzione del cuneo fiscale, buon padre di famiglia… Se Confindustria e CGL arrivano ad avanzare grossomodo le stesse critiche nei confronti dei provvedimenti presi dal governo, evidentemente qualcuno a Palazzo Chigi non è riuscito nell’ennesimo tentativo di prenderci per il culo, scusando il francesismo, e quel qualcuno è il nostro premier letta (nipote). Dice il vero quando afferma che lui non è Babbo Natale, infatti è esattamente il contrario. Lui è quello che mette le mani direttamente nei nostri portafogli (lui o il suo esecutivo, non fa molta differenza), tramite l’imposizione di nuove tasse, che poi servono in parte a foraggiare quelle lobby che sostengono il suo esecutivo.
Letta (uso la L maiuscola soltanto perché a inizio frase) sa che nel 2014 ci saranno nuove elezioni, inutile stare a girarci intorno, e sembra fare di tutto per contenere il PD entro i valori delle elezioni del febbraio scorso, in modo da riproporre con il presidente della repubblica (Napolitano se nel 2014, o un Amato qualsiasi nel 2015) le solite larghe intese, con magari qualche ancora di salvataggio a un B. nuovamente legittimato a sopravvivere e tirare a campare… in attesa della prossima sentenza.
Anche perché con un po’ di coraggio, che mai avrà, il PD di Renzi (altro segno che in italia il berlusconismo non è tramontato) rischierebbe di giocarsi da solo le elezioni con il m5s, tagliando fuori dai giochi Nuovo Centro e soprattutto Forza Silvio. Ma il nipote di suo zio, in comunione d’intenti con l’ex comunista novantenne, tutto questo evidentemente non potrà mai permetterlo…

Curzio Maltese – La Bolla

Per questo libro vale la stessa considerazione che ho fatto riguardo a Papi, di Travaglio, Lillo e Gomez. Sarebbe bello se questi scritti servissero per mobilitare le coscienze, fare aprire gli occhi alle persone, destarle dal torpore politico/mediatico nel quale sono finite.

Ma così non è. Questi libri vengono letti da chi già conosce la verità. Da chi già conosce lo stato attuale della nostra nazione, il livello di degrado sociale, economico e politico.

Da chi non ha votato questa maggioranza.

Questi libri, purtroppo, non spostano voti. Non mobilitano le coscienze. Sono opere scritte dal quella generazione di perdenti che amavano l’Italia, e che assistono impotenti al suo sfacelo. Persone che vorrebbero scappare. Persone con le armi spuntate, o inoffensive.

L’autore è molto bravo nel trasmettere alcuni particolari tipi di sensazione: il rammarico e la frustrazione. E, soprattutto, la rassegnazione.

Curzio Maltese sostiene che tutto questo avrà una fine. Ma quello che verrà dopo, purtroppo per noi, potrebbe essere anche peggio (se possibile…).

E adesso?

È caduto il governo Prodi, considerazioni personali:

1) Quello di Prodi non era certo il miglior governo che la sinistra poteva esprimere. Troppi ministri, alcuni dei quali si sono dimostrati dei mezzi flop. Primo fra tutti Padoa Schioppa, un tecnocrate altolocato, buon ragioniere ma pessimo politico, privo di quel guizzo di creatività o di coraggio che al giorno d’oggi si richiede anche a un ministro dell’economia. Il suo lavoro sicuramente porterà (o avrebbe portato) a un miglioramento dei conti, ma è mancato un po’ di coraggio nell’introdurre qualche vera novità (deducibilità da parte dei privati delle parcelle dovute ai professionisti, per esempio). Per non parlare di Mastella, che se si votasse oggi il suo 2 per cento diventerebbe zero virgola.

2) Ciononostante in poco tempo qualche altro ministro è riuscito a lavorare benissimo, primo fra tutti Bersani con le misure anti evasione prima e liberalizzazioni dopo. In oltre da qualche mese l’economia ha ripreso a marciare, e non grazie all’onda lunga del precedente governo Berlusconi. Troppo comodo per l’opposizione gloriarsi di cose che non sanno dimostrare.

3) I senatori che hanno fatto mancare la maggioranza al governo hanno votato a favore della guerra in Afghanistan. Si, ho scritto bene: hanno votato a favore dell’intervento militare. Per il semplice motivo che se si tornasse a votare la vittoria andrebbe Berlusconi (quelle poche migliaia di imprenditori indecisi che all’ultimo momento hanno pensato di votare per Prodi oggi non lo rifarebbero, per via dell’inasprimento della lotta all’evasione, che gli ha toccato le tasche e il cuore), dicevo un nuovo governo Berlusconi non ritirerebbe le truppe, anzi, ne manderebbe altre.
Stessa cosa un governo delle larghe intese. Stessa cosa un Prodi bis, che se venisse insediato rimetterebbe la fiducia proprio sulla politica estera, chiedendo carta bianca.
Se erano contrari, potevano starsene a casa e non fare tutto questo casino. Ma dove credono di vivere, nel mondo delle favole dove vincono i sentimenti e i buoni propositi. E basta con questo antiamericanismo da strapazzo. Anche a me da fastidio l’imperialismo americano, da fastidio l’eccessiva presenza di basi sul nostro territorio, da fastidio anche la Nato, che in Europa dovrebbe essere messa in secondo piano da un’alleanza militare composta esclusivamente da nazioni europee. Mi danno fastidio tutte queste cose ma non si può pretendere di cambiare il mondo in pochi mesi. E che cavolo, ora che si stava iniziando a fare qualcosa di decente, bum, si cade a Kabul, dove a fatica si sta iniziando a vivere senza l’incubo talebano.

Spero proprio che le cose si rimettano apposto, ma sarà difficile. Difficile allargare la maggioranza (Follini è troppo debole e Casini, oltre a non averne voglia, farebbe cadere il governo sui Dico). Difficile far cambiare idea a chi ha nel DNA l’ostilità verso l’America.

Mi consola il fatto che parte della responsabilità di tutto questo marasma ce l’ha una legge elettorale fatta coi piedi, che comunque vadano le cose verrà cambiata…