Cani di Paglia, racconto completo

Questo racconto istantaneo è stato scritto il 9 agosto 2022, durante la campagna elettorale per le elezioni politiche di settembre. 

racconto breve cani di pagliaIl principale esponente della coalizione moderata si presentò in conferenza stampa tronfio come al solito, pettinatissimo, senza cravatta, colletto sbottonato e atteggiamento minaccioso, pronto a dimostrare di che pasta era fatto e quanto fossero grosse le sue argomentazioni.
Il suo nuovo alleato/vecchio nemico, se ne stava malvolentieri in disparte, con la faccia da comico inglese anni ’90, la cravatta regimental, camicia bianca inopportunamente slim fit, la fronte corrucciata e il mento in fuori.
I due cercavano di non incrociare gli sguardi, come fanno i cani per evitare noie, e per non mostrare in pubblico ciò che in realtà tutti sapevano, ossia quanto si detestassero amichevolmente.
Le innocue domande dei giornalisti si esaurirono velocemente, e le risposte furono per lo più telegrafiche, se non addirittura monosillabi, condite dal solito repertorio di insulti e strafottenza riservato agli avversari.

Nucleare SI
Flat Tax NO, taglio cuneo fiscale SI
Nuovo bonus in busta paga
Contrasto evasione
No ai fascismi, no ai leghismi, no ai comunismi, no ai movimentismi.
Agenda europea
Agenda atlantica
Agenda energetica
Quello non è nessuno
Quell’altro dovrebbe nascondersi
Gli italiani non sono fessi
Eccetera, eccetera, eccetera…
 
La conferenza stampa terminò tra i mormorii, coi due che rizzavano il pelo ma evitavano di ringhiare. Si allontanarono scortati dalla sicurezza, imboccando corridoi diversi, per poi incontrarsi casualmente alla toilette.
A quel punto il dilemma per entrambi fu: orinatoio o cesso? Digrignando i denti e con le labbra serrate si diressero entrambi verso gli orinatoi, intendi a dimostrare di non avere nulla da temere. Si avvicinarono, tirarono giù la cerniera e non poterono fare a meno di sbirciarsi l’un l’altro le parti basse. Dopodiché incrociarono lo sguardo e, considerato il sostanziale pareggio sul campo e lo scampato pericolo, emisero all’unisono un sospiro di sollievo, per poi prorompere in una sonora risata liberatoria.
– Ma si, volemose bbene, che ce conviene.. – disse il primo, mentre tirava fuori dal taschino il portapillole d’oro, una banconota da cento euro arrotolata e la carta di credito. L’altro si affacciò dalla porta del bagno e con un fischio chiamò un uomo della scorta, dal quale si fece consegnare una ventiquattrore di pelle. Richiuse la porta, aprì la valigetta e tirò fuori un panino con porchetta, pomodoro, mozzarella, lattuga, maionese, e una lattina di coca cola.
– Hane non mangia hane! – disse, e al primo morso gli partì di schianto un bottone della camicia.
 
Questa è un’opera di fantasia. Personaggi, istituzioni, luoghi ed episodi sono frutto dell’immaginazione dell’autore e non sono da considerarsi reali. Qualsiasi somiglianza con fatti, scenari, organizzazioni o persone, viventi o defunte, veri o immaginari è del tutto casuale.