Come tutti i libri che trattano come argomento principe i Misteri D’Italia, anche questo Intrigo Internazionale ha destato subito la mia attenzione. Nonostante quelli che sono per me due difetti abbastanza fastidiosi. Il primo: è un libro intervista, e a me i libri intervista non piacciono (a meno che l’intervistatrice non sia Fernanda Pivano, per dire, e l’intervistato Charles Bukowski). Il secondo: l’intervistato è un magistrato.
Non ho niente contro i magistrati, anzi, per me molti di loro hanno in se qualcosa di eroico, visti i tempi e il clima politico. Tuttavia ritengo che le verità proferite dai magistrati in tanti libri inchiesta siano sempre verità processuali, o comunque influenzate da quanto emerso nei vari procedimenti giudiziari. E questo nonostante in premessa gli autori di “Intrigo Internazionale” dichiarino di andare oltre le verità processuali. In parte è vero, ma più che altro ciò che emerge dalla lettura di questo libro consiste in una raccolta articolata di Teoremi. Ipotesi e speculazioni che hanno come fondamento le migliaia di pagine e atti processuali passati per le mani del giudice Priore.
Infatti l’idea che il lettore può farsi una volta arrivati all’ultima pagina non ha a che fare con La Verità. I francesi volevano fare fuori Gheddafi e per sbaglio hanno abbattuto il DC9 Itavia? Può essere, ma le prove? Qui ci sono soltanto indizi. Indizi incastonati in un quadro più vasto la cui scena è, appunto, quella di un “Intrigo Internazionale”.
E forse non è un caso che il titolo sia lo stesso di un famoso film di Alfred Hitchcock, dove i protagonisti si trovano catapultati in uno scenario più grande di loro. Dove le vite dei singoli hanno poca importanza di fronte all’esigenza di salvaguardare i delicati equilibri internazionali. Appunto.
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Mark Haddon – Lo strano caso del cane ucciso a mezzanotte
Il vero mistero è cosa ci faccia questo libro nella collana Noir di Repubblica/ L’Espresso. Si, è vero, c’è un indagine di mezzo, se così possiamo chiamare la ricerca dell’assassino di un cane fatta da un ragazzino autistico. Più che di un noir, possiamo considerare questo romanzo una specie di giallo, dove i colpi di scena tuttavia non sono funzionali al progredire della narrazione.
Si perché ne “Lo strano caso del cane ucciso a mezzanotte” la Storia, con la esse maiuscola, è quella, appunto, di un ragazzino affetto da una forma particolare di autismo, la Sindrome di Asperger, che ne pregiudica i comportamenti sociali ma che gli dona un’incredibile intelligenza logico/mnemonico/matematica. E sono proprio loro i veri protagonisti: il bambino con i suoi problemi comportamentali, e le doti fuori dal normale che la Sindrome di Asperger gli dona, quasi a compensare il grave disagio provocato dalla malattia.
Christopher Boone, il giovane protagonista del romanzo, in uno dei suoi frequenti girovagare notturni, scopre il cadavere del cane di una vicina di casa. Si tratta chiaramente di un omicidio, e da qui, consigliato da un insegnate della scuola “speciale” da lui frequentata, parte la sua indagine volta a scoprire l’autore dell’omicidio. Ma le cose non vanno per il verso giusto. Perché il padre gli impedisce di proseguire nell’indagine?
[MEZZO SPOILER]La verità si farà strada nel corso del romanzo, e non alla fine. Ma nel frattempo Christopher avrà raggiunto una nuova maturità, e grazie ad un viaggio in treno e in metropolitana, superato dopo mille difficoltà, e al successo ottenuto all’esame di ammissione alla facoltà di matematica dell’università, si renderà conto di poter affrontare con coraggio e determinazione il futuro che lo aspetta.[/MEZZO SPOILER]
Ottima romanzo, ricco di approfondimenti scientifico matematici di facile comprensione, di cui consiglio vivamente la lettura.
Maurizio Torrealta, Emilio Del Giudice – Il segreto delle tre pallottole
Oggi, 6 settembre 2015, ho rieditato la recensione di questo libro, pubblicata originariamente il 13 luglio 2010. Nella prima recensione infatti mi ero lasciato catturare troppo dalla fiction, e non ho lasciato intendere che le teorie esposte sono lungi dall’essere scientificamente dimostrate.
Il segreto delle tre pallottole è una sorta di romanzo/ inchiesta, o inchiesta romanzata, scritta dal giornalista Maurizio Torrealta in collaborazione con il fisico Emilio Del Giudice. I temi presi in esame sono la Fusione Fredda e le armi all’Uranio Impoverito.
Dopo la stroncatura iniziale da parte della comunità scientifica a danno dei chimici Martin Fleischmann e Stanley Pons, scopritori della fusione fredda su cella elettrolitica, vari esperimenti sono stati condotti in tutto il mondo, e soprattutto in Italia è stato verificato che, date determinate condizioni, la Cold Fusion pare funzionare. In questi esperimenti viene prodotto calore in quantità superiore rispetto all’energia immessa nel circuito, e pare vi siano evidenze della trasmudi parte strong> di parte degli elementi coinvolti.
Allora perché non sfruttare commercialmente questa scoperta? la risposta che traspare dalla lettura di questo libro è che [inizio spoiler] i fenomeni di fusione fredda potrebbero spiegare il funzionamento di una nuova generazione di armi, in particolare quelle al cosiddetto Uranio Impoverito, che in realtà sarebbe Uranio Arricchito, all’interno del quale fenomeni di fusione fredda innescano la fissione degli atomi di uranio, con produzione di energia, nano particelle e isotopi radioattivi. E questo senza necessità di ricorrere alla massa critica, ossia la quantità di materiale fissile minima necessaria per produrre un ordigno nucleare. In questo modo possono essere fabbricati “proiettili nucleari” grandi quanto pallottole di fucile in grado di radere al suolo interi palazzi. Cosa che potrebbe essere stata già sperimentata in vari teatri di guerra: Kuwait, Iraq, Kosovo, Striscia di Gaza. Ipotesi a quanto pare ben documentate [fine spoiler].
Aggiungo soltanto che non mi è piaciuta la scelta degli autori di trasformare alcune inchieste andate in onda su Rainews 24 in un thriller da poche pagine. Avrei preferito un libro ben documentato, senza fiction e con molti fatti, numeri, formule. E ben spiegato, ovviamente. Tuttavia la lettura alla fine si è rivelata piacevole. Il tema è importante, e andrebbe approfondito ulteriormente, anche perché la semplice lettura di questo libro non è che dimostri inequivocabilmente la bontà delle teorie proposte. Lettura consigliata.
Ken Hollings – Benvenuti su Marte
Ho come l’impressione che in questo libro non siano state tradotte le note a piè di pagina. Più che un saggio, si tratta di un ammasso di nomi, fatti, citazioni cinematografiche e rimandi che dovrebbero dimostrare tutto e invece non dimostrano niente.
Si fa una fatica immane a portare avanti la lettura. La tesi, che poi viene dimostrata a fatica, è che a quanto pare negli anni 50, negli Stati Uniti d’America, sono state poste le basi del futuro. Un futuro fatto di splorazione spaziale, consumismo, droghe, esperimenti su cavie umane, esplosioni atomiche, film di serie B, edilizia residenziale… tutto fa brodo. Un minestrone indigesto per dire che negli anni 50 la paranoia ha portato la maggiore potenza planetaria a compiere degli abusi.
Tutto qui? Si, tutto qui.
Rivelazioni clamorose non ce ne sono. Approfondimenti scientifici neanche. Decine invece le trame e le citazioni su paradigmatici film fantascientifici, che in teoria dovrebbero svelare chissà cosa. Forse che si aveva paura del comunismo? Sai che scoperta!
E poi: la traduzione. Chiaramente il traduttore non conosce la materia di cui scrive. Tanto per fare un esempio, il Laboratorio della Propulsione a Getto, non è altro che il JPL, o Jet Propulsion Laboratory, che tutti, nel mondo, conoscono così, con il suo bel nome inglese. Così come tutti conoscono il MIT, o Massachusset Institute of Technology, e nessuno si sognerebbe di tradurlo in Istituto della tecnologia del Massachusset (e questo per fortuna ci viene risparmiato).
L’unico modo per trarre profitto dalla lettura di questo libro consiste nel tenerlo aperto come traccia, o come indice, non alfabetico, di nomi e fatti, da approfondire su wikipedia o altra fonte di informazioni.
Non c’è altro da aggiungere.
Davide Longo – L’Uomo Verticale
Gran bel romanzo questo L’Uomo Verticale di Davide Longo, giovane scrittore italiano che – devo ammetterlo – non avevo mai sentito nominare, e di cui sono venuto a conoscenza grazie a una breve recensione pubblicata da Giuseppe Genna nel suo Blog.
L’Uomo Verticale somiglia a una sorta di prequel italico de La Strada, il capolavoro apocalittico scritto da Cormac McCarthy. Anche qui non si capisce quale catastrofe o quale sconvolgimento politico o sociale abbia fatto precipitare gli eventi, chi o che cosa abbiano condotto l’Italia a diventare una terra in preda alla barbarie, alla disperazione e al degrado. Qualcosa si intuisce, ma da’altra parte come in La Strada, non è importante cosa sia successo prima, ma come abbiano reagito dopo i personaggi sui quali è costruita la storia.
Il protagonista del romanzo è uno scrittore e docente universitario, una persona mite la cui esistenza è stata macchiata da uno scandalo che ha distrutto la sua famiglia. Dopo alcuni anni passati in solitudine nel suo piccolo paese d’origine, Leonardo, antieroe per antonomasia, si troverà ad affrontare situazioni terribili. Ritroverà una figlia dalla quale si era allontanato anni prima, e dovrà cercare di proteggere lei e il suo ambiguo fratellastro preadolescente, costretti ad affrontare situazioni di violenza estrema, in una escalation continua che accompagnerà il lettore verso un finale poetico e commuovente.
Se La Strada di McCarthy è un capolavoro, e lo è, L’Uomo Verticale di Davide Longo è un piccolo/grande gioiello della narrativa italiana contemporanea, al quale auguro un meritato successo internazionale.
Bellissimo.
Aggiornamento
Il successo internazionale alla fine è arrivato. Sono infatti disponibili su Amazon le edizioni Inglese (Last Man Standing), Francese (L’homme vertical:Traduit de l’italien par Dominique Vittoz (La cosmopolite)
) e tedesca (Der aufrechte Mann
) de “L’uomo verticale”. Sono stato un buon profeta.
Tullio Avoledo – L’Anno Dei Dodici Inverni
Le storie riguardanti i viaggi nel tempo non mi sono mai piaciute granché. Vanno sempre a finire con la risoluzione di questo o quel paradosso. Per fortuna Avoledo, in questo L’Anno Dei Dodici Inverni, al contrario di Mare di Bering, L’Elenco Telefonico di Atlantide e Lo Stato Dell’Unione, ci risparmia il solito finale a sorpresa, lasciando che il racconto termini nel modo più scontato e onesto.
La storia è quella solita di un uomo di mezza età, o prossimo alla, che viene colto dalla passione per una giovane donna. Con annessi e connessi: moglie tradita, storia sofferta, rimpianti, sensi di colpa, ecc.
Ne L’ADDI le tematiche fantascientifiche si concentrano nella seconda parte del romanzo, ritagliandosi uno spazio maggiore rispetto ai precedenti lavori di Avoledo. Divertenti ma poco plausibili le pagine che descrivono il credo religioso basato sulla figura di Philip K. Dick.
Ho apprezzato maggiormente La Ragazza di Vajont e gli altri tre titoli citati in apertura, tuttavia anche L’ADDI rimane tutto sommato un gran bel romanzo, mai noioso, lungo il giusto e scritto magistralmente.
Alain Minc – I dieci giorni che cambieranno il mondo
Tematiche apocalittiche e scenari escatologici mi hanno sempre affascinato, al pari di distopie e ucronie varie. L’ho già scritto in qualche altro post passato. Di conseguenza, appena ho letto nei quotidiani la pubblicità di questo saggio di Alain Minc (studioso francese fino ad ora a me totalmente sconosciuto) sono corso a comprarlo in libreria, senza trovarcelo, per giunta. Fortunatamente su internet si trova tutto…
Seconda delusione consecutiva, dopo quella del post precedente. Il saggio è di una superficialità che lascia esterrefatti. Più che di un saggio si tratta della raccolta di dieci trafiletti (troppa grazia definirli articoli), dove vengono postulati altrettanti scenari futuri. Visti dal punto di vista di un francese. Ci tengo a specificarlo in quanto la cosa traspare chiaramente durante la lettura.
I capitoli “Il giorno in cui Israele attaccherà le installazioni nucleari Iraniane” e “Il giorno in cui il terrorismo minaccerà di far esplodere un’arma nucleare tattica” li avrei potuti sviluppare meglio io. E ho detto tutto.
L’ultimo scenario immaginato, quello della marcia di protesta dei giovani maschi bianchi per le vie di Parigi, anche se dichiaratamente satirico (e non fa ridere per niente), è semplicemente ridicolo.
L’ho letto in due ore, e questo lascia intendere qual è il livello di approfondimento.
Norman Mailer – Il Castello Nella Foresta
Di questo libro conoscevo sommariamente la trama: la storia romanzata di Adolf Hitler raccontata in prima persona dal diavolo che ispira le sue gesta.
Non sapevo invece che il racconto si concentra sulle origini della famiglia Hitler, e sull’infanzia e adolescenza del medesimo. Altrimenti non l’avrei comprato.
Certo, Norman Mailer scrive benissimo. Non è quasi mai noioso ne tanto meno banale. Tuttavia arrivare alla fine di queste 434 pagine, stampate per giunta utilizzando un carattere piccolo, bé è stata una piccola impresa. Soprattutto in considerazione del fatto che l’argomento non mi ha preso più di tanto. Per non parlare delle innumerevoli, lunghe e didascaliche parti descrittive.
Se uno vuole approfondire la biografica di Adolf Hitler può leggersi uno degli innumerevoli saggi scritti da storici e accademici.
Da un romanzo ci si aspetta un po’ di fiction, ovvio. Qualche trovata… un po’ di mistero. Insomma, non sono certo io a dire come dovrebbe essere scritto un romanzo, ma questo Il castello nella foresta somiglia a una sorta di enciclopedia della famiglia Hitler scritta con stile brillante.
Arrivato alla fine dell’ultima pagina ho potuto esclamare: “Finalmente!”.
Marcello Fois – Stirpe
Bel romanzo di Marcello Fois. Bella la storia, bello lo stile, le ambientazioni, i personaggi. Peccato per un finale che lascia un po’ l’amaro in bocca. Rispetto a “Memoria del Vuoto”, primo romanzo di Fois letto dal sottoscritto, qui manca l’eroe, il protagonista. E mentre Memoria de Vuoto può essere considerato un piccolo capolavoro, Stirpe rimane semplicemnte un’ottima lettura, che non è poco.
Storia di una famiglia sarda, Stirpe sembra scritto con l’obiettivo finale di ricavarne un film per il cinema, o una fiction. Purtroppo le storie sarde, in televisione o sul grande schermo, interessano a pochi. Peccato, perché noi sardi di cose da raccontare ne abbiamo tante, ma in Italia o si fa commedia, o si parla di mafia, poliziotti, brigatisti, e poco altro.
Tempo fa scrissi alcune mie considerazioni riguardo la rinascita culturale della Sardegna. Passati un paio di anni, di Sardegna nelle cronache nazionali non si parla più. E’ cambiata l’aria. E anche la politica, in fondo, qualcosa c’entra.
Mi fermo qui…
Jon Ronson – L’Uomo che fissa le capre
Reso celebre grazie al film che ne è stato tratto, con protagonista George Clooney, il saggio/romanzo L’Uomo che fissa le capre, del giornalista e documentarista Jon Ronson fa luce su un particolare aspetto dell’imperialismo americano: l’influenza nelle alte gerarchie militari delle ideologie New Age.
Prima di leggere questo libro non sapevo quanto fossero diffuse negli usa le dottrine New Age. Parliamo di milioni di persone che credono negli alieni, nella telepatia, negli spiriti guida…
Milioni di persone che si fanno abbindolare, il più delle volte, da truffatori pronti a tutto, soprattutto a svuotargli le tasche o ad approfittarne sessualmente. Altre volte si tratta nientemeno che di pazzi scatenati che per qualche arcano motivo riescono a passare per santoni illuminati.
Il fenomeno è talmente diffuso che perfino alti ufficiali dell’esercito e funzionari della Cia ci sono cascati a piè pari, credendo di poter mantenere la supremazia imperialista degli Stati Uniti d’America grazie anche a maghi e ciarlatani.
Lettura interessante e divertente, perfino spassosa in alcuni capitoli. Certo, niente a che vedere con le opere di Michael Morre, al quale Ronson in qualche modo sembra ispirarsi. Ma vale la pena arrivare fino all’ultima pagina e, dopo esserci fatti qualche sana risata, riflettere su quale razza di idioti pretendono di governare il mondo. A quel punto smettiamo di ridere…