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Philip Roth – Complotto contro l’America

Nella mia personale classifica, l’ucronia più bella l’ha descritta Philip K. Dick con il romanzo The Man In The Hight Castle (tradotto in Italia con i titoli “La svastica sul sole” e “L’uomo nell’alto castello”). Non ho dati certi alla mano, ma ho la sensazione che si tratti dell’ucronia più letta in assoluto, o forse della più famosa. Faccio pertanto un po’ di fatica a riuscire a rintracciare qualcosa che possa raggiungere i livelli artistici dell’unico romanzo di Philip Dick premiato con un riconoscimento importante (il premio Hugo nel 1963).
Dopo aver letto Complotto contro l’America di Philip Roth, ho forse scovato anche il secondo più bel romanzo ucronico della classifica. Forse a pari merito con Fatherland di Robert Harris (ma l’ho letto troppo tempo fa per poter fare un paragone). E ora che ci penso anche La macchina della realtà di William Gibson e Bruce Sterling non era male. Meglio lasciar perdere la classifica, ho l’impressione che se ci penso ancora un po’ potrebbero venirmi in mente altri romanzi ucronici che meritano il podio.
Dopo l’entrata in guerra di Francia e Inghilterra contro la Germania Nazista, negli Stati Uniti d’America la popolazione si divide tra interventisti e neutralisti. Il presidente Franklin Delano Roosevelt, pur condannando l’aggressività tedesca, temporeggia. Ne approfitta un personaggio a quei tempi all’apice del successo: il celebre aviatore Charles Lindbergh, il primo ad effettuare la trasvolata atlantica in solitario sul monoplano Spirit of St. Luis. Si da il caso che Lindbergh sia anche un simpatizzante Hitleriano (dal quale riceverà un’onorificenza) e nutra sentimenti antisemiti. Il corso della storia cambierà quando Lindbergh deciderà di sfidare Roosevelt alla elezioni presidenziali.
Phlip Roth, scrittore ebreo vincitore del premio Pulitzer con il romanzo Pastorale Americana, mischia sapientemente elementi autobiografici con personaggi, anche minori, realmente esistiti, catapultati in una realtà alternativa più che plausibile. A volte i personaggi del racconto appaiono caricaturali, forse anche volutamente, mentre un sottile (molto sottile) umorismo permea le pagine del libro. Alcuni momenti drammatici fanno fatica ad impressionare il lettore, ma ciò penso sia voluto, considerata la narrazione in prima persona delle gesta e dei ricordi di bambino delle elementari. Un’ottima lettura, che pur trattando personaggi e temi complessi può essere affrontata in spiaggia sotto l’ombrellone.
Cosa si vuole di più dalla vita?