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iPhone 8, il miglior concept di sempre…

Questo è davvero il più bel concept dell’iPhone 8 che si sia mai visto.
Oltre a riprendere esteticamente i motivi stilistici del primo iPhone prodotto nel 2007 (quello che in Italia non arrivò mai, se non di contrabbando…), l’iPhone 8 del decennale potrebbe introdurre alcune interessanti novità tecniche, prima fra tutte uno schermo frameless oled di dimensioni e risoluzione maggiori, che inglobi anche il pulsante centrale, racchiuso in un telaio delle stesse dimensioni dell’iPhone 7.

Opera del desginer Martin Hajek, l’iPhone 8 da lui immaginato prevede una fotocamera con doppio obiettivo a filo con la scocca e il retro bicolore.

Fonte: iSpazio.net

Apple: iniziata la parabola discendente?

iPhone 8 concept by ConceptsiPhoneApple viene percepita come una società dalle dimensioni talmente importanti che la si potrebbe ascrivere a pieno titolo in quel ristretto gruppo di multinazionali che, per quanto possano attraversare periodi di crisi, anche forti, sembrano al riparo da qualsiasi possibilità di fallimento. Parlo di IBM, ad esempio, o delle grandi case automobilistiche, delle sette sorelle petrolifere, delle multinazionali del tabacco, della Monsanto. Aziende che soltanto importanti sconvolgimenti (sociali, ambientali, economici, ecc.) possono comprometterne l’esistenza. E quando parlo di “importanti sconvolgimenti”, mi riferisco a qualcosa di apocalittico.
Non posso tuttavia non notare quanto le cose, nella casa della mela morsicata, sembra stiano prendendo una piega abbastanza preoccupante. Cosa me lo fa pensare? La totale mancanza di novità che da almeno un paio d’anni caratterizza le sue famiglie di prodotti.
Vediamo di approfondire.
1) iPhone e iPad vengono costantemente aggiornati, ma alla fine rimangono sempre uguali a se stessi. L’aggiornamento più importante l’hanno ricevuto i tablet, con l’introduzione dei modelli Pro, che tuttavia non sembrano riscuotere il successo che ci si aspettava. Dovrebbero rappresentare una sorda di “via di mezzo” tra tablet e notebook, mentre in realtà sono soltanto degli iPad con penna e tastiera (tra l’altro vendute a parte e a caro prezzo). Certo, divertenti da usare, anche produttivi, ma alla fine prodotti così, anche se molto meno evoluti, esistevano vent’anni fa. E, provare per credere, un tablet con tastiera non potrà mai sostituire in tutto e per tutto un notebook. Già dover staccare le mani dalla tastiera per via della mancanza di un touch pad, ed essere costretti a lavorare con le dita sullo schermo mentre si tiene il tablet sulla scrivania o, in qualche modo, sulle ginocchia risulta abbastanza scomodo. E snervante, a dirla tutta.
Molto meglio si comportano, da questo punto di vista, i 2 in 1 o i convertibili basati su Windows 10. Computer a tutti gli effetti che, volendo, possono essere utilizzati come tablet.
Direte: “Si, ma per cazzeggiare sul divano o a letto molto meglio un iPad piuttosto che un Surface di Microsoft o altro 2 in 1 simile”. Vero: infatti tanto vale un tenersi un iPad Air 2 per fare tutto ciò e lasciare il lavoro serio ad appannaggio dei notebook con windows o ai MacBook. Per come la vedo io non dovrebbe esserci distinzione tra iPad Air e iPad Pro, ne tecnica ne di prezzo. In sostanza, il prodotto dovrebbe essere uno soltanto (col display di due o tre misure differenti), e lasciare all’utente la possibilità di scegliere di utilizzarli con tastiera e penna (che dovrebbe essere offerta in bundle). Infine, un file manager vero non guasterebbe: chi lavora su suite di prodotti di tipo Office sa di cosa parlo…
2) …Così però gli iPad non sarebbero troppo dissimili dai Mac Book, e qui casca l’asino. Fino a qualche anno fa i MacBook rappresentavano quel genere di dispositivi che facevano esclamare Wow! agli utenti Windows, quando gliene capitava qualcuno tra le mani. Ora non più: oggi la maggiore novità nel mercato è rappresentata dai convertibili e dai 2 in 1 con digitalizzatore. Quelli si che fanno esclamare Wow!, altro che la barra oled dei nuovi MacBook. Che nel frattempo hanno perso definitamente la guerra in fatto di dimensioni contenute e leggerezza abbinata a materiali di qualità e prestazioni adeguate. HP, Lenovo, Asus e Dell sembrano di riuscire fare molto meglio da questo punto di vista. In sostanza, Apple evita scientemente di creare un 2 in 1 con digitalizzatore e sistema operativo OS x proprio per non fare concorrenza interna ai suoi iPad, e non perché il mercato non lo richieda.
3) Gli iPhone continuano ad essere i migliori smartphone sulla piazza: facili da usare, belli esteticamente, prestanti, ben bilanciati, con un’infinità di accessori, app e servizi a disposizione. Ma il progetto è fermo, da tre generazioni sempre uguale a se stesso, salvo quelle poche novità introdotte col contagocce ogni 12 mesi. Fortunatamente per Apple l’universo Android non sembra riuscire a proporre alternative universalmente considerate all’altezza del suo prodotto di punta. È vero: ci sono smart phone con batterie e autonomia migliori, con maggior risoluzione dello schermo, migliori cam, design da urlo… Ma è un po’ come dire che la Bugatti è meglio della Ferrari. Si, corre di più, ma la maggior parte delle persone gli preferirà sempre una Ferrari.
A quanto pare le vere novità verranno introdotte con l’iPhone 8. Si parla di schermi Oled edge to edge, ossia senza cornici, di ricarica wireless e impermeabilità ulteriormente migliorata. A me tali novità non impressionano – personalmente avrei preferito uno schermo infrangibile e una scocca facilmente sostituibile – tuttavia rappresentano un passo avanti ben più marcato rispetto ai passaggi do consegne tra iPhone 6, 6s e 7. Purché non venga adottata la politica dei prezzi che ha caratterizzato l’affiancamento dei modelli pro agli iPad standard. Diversamente ho paura che le vendite ne risentiranno di conseguenza.
4) Apple Store e iTunes macinano utili che la concorrenza neanche si sogna, ma da questo punto di vista Apple sembra aver perso il treno dei servizi streaming. La creazione di realtà importanti come Spotify e Netflix, dal punto di vista tecnologico, erano ampiamente alla portata di Apple, che tuttavia ha preferito lasciare iTunes immutato, salvo poi affiancargli frettolosamente Apple Music, con scarso successo. Per quanto riguarda la proposta di un servizio simile a Netflix, invece, siamo ancora in alto mare, e non è che la cosa sia poi questa grande tragedia. Di fatto, nessuno sente l’esigenza di un servizio di video streaming targato Apple.
5) Mentre l’iPod sembra ormai inesorabilmente destinato a sparire, si può affermare che Apple TV, Mac e soprattutto Apple Watch rappresentino prodotti di nicchia, probabilmente realizzati in perdita. È vero che quello di Apple è lo smart watch più venduto in assoluto, ma alla fine, se non fosse per l’ecosistema nel quale è inserito, risulta essere inferiore, dal punto di vista estetico e tecnologico, a molti prodotti offerti dalla concorrenza. E, soprattutto, non viene percepito come indispensabile. Io ne ho avuto uno in prova per una quarantina di giorni, prestato da un’amico che non aveva voglia di portarselo appresso durante un viaggio all’estero. Si, può sembrare utile e divertente tenerlo al polso, ma quando l’ho restituito non mi è passata minimamente per la testa l’idea di chiedergli di vendermelo, visto che comunque aveva deciso di disfarsene.

Dopo questo lungo excursus non voglio anch’io cadere nel luogo comune che attribuisce alla dipartita di Steve Jobs la causa di un possibile futuro ridimensionamento di Apple, ma non posso far finta di ignorare il suo coraggio di osare e la capacità di anticipare i tempi, e di saperlo fare nel momento giusto. Perché, se vogliamo, questa è la vera mission di Apple: offrire ciò che nessun concorrente riesce a immaginare. Saranno ancora capaci di farlo?

iPhone 8 concept by ConceptsiPhone

PS: Con questo articolo riprendo ad occuparmi con regolarità di tecnologia e elettronica di consumo, come facevo una decina d’anni fa, quando da queste parti capitava di veder passare un migliaio di utenti al giorno: qualcosa in più rispetto ai 150 mensili di oggi. Lo faccio perché 1) mi piace; 2) è – in parte – il mio lavoro. Non credo di riuscire a pubblicare un articolo al giorno, come facevo all’epoca, alzandomi alle 5.30 del mattino, tuttavia almeno uno a settimana proverò a imbastirlo. E chi vivrà vedrà…