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Emmanuel Carrère, La settimana bianca

Articolo scritto originariamente il 3 aprile 2015, e ripubblicato, rivisto e corretto, il 25 febbraio 2018.

Sempre più spesso sono le offerte di Amazon a guidarmi nella selezione dei libri da leggere. Quando mi sono visto proporre a un paio di euro un romanzo di Emmanuel Carrère, scrittore di cui ho avuto modo di apprezzare le biografie di Eduard Limonov e Philip K. Dick, senza pensarci due volte ho deciso di scaricarlo nel mio Kindle, sicuro del fatto che, qualora avessi deciso di abbandonarne la lettura, avrei sprecato l’equivalente del costo di un caffè al bar.
Emmanuel Carrère credo sia al momento uno dei tre o quattro scrittori francesi contemporanei più letti al di fuori dei confini nazionali. E se, come scritto nella sinossi pubblicata su Amazon, La Settimana Bianca è (cit.) “il romanzo più perfetto di Emmanuel Carrère”, potete immaginare il motivo per cui le aspettative nei confronti di questo testo fossero molto alte.
Aspettative purtroppo in parte disattese. Il romanzo è scritto bene, tradotto perfettamente, non annoia, scorre che è una meraviglia ed è lungo il giusto. Ma quando leggi un thriller avente per protagonista un bambino, qualche brivido te lo aspetti. O, meglio, te lo auguri. Continua a leggere

Davide Longo, Il caso Bramard

Con questo romanzo Davide Longo torna nel suo Piemonte, tra le colline e le montagne viste e vissute ne “Il mangiatore di pietre” e, marginalmente, ne “L’uomo verticale“, e lo fa raccontandoci la storia di un ex commissario, un uomo tormentato che abbandona la polizia dopo la tragedia subita per mano del serial killer al quale dava la caccia.
Rifugiatosi in un paese di montagna, Corso Bramard mette a frutto i suoi studi facendo l’insegnate part time in una scuola superiore, mentre trascina la sua esistenza in una dimensione bucolica e priva di modernità e tecnologia, imponendosi sofferte e rischiose arrampicate notturne. Una vita austera dove regnano solitudine e silenzio.
Fino a quando il suo antagonista si materializza nuovamente con una lettera misteriosa, l’ultima di una lunga serie di missive scritte con un’Olivetti del 72, che a differenza delle altre volte contiene un indizio. Un invito a riprendere le indagini che Corso Bramard non può lasciarsi sfuggire.
Corso Bramard è il solito personaggio al quale Davide Longo ci ha ormai abituati: un orso introverso e di poche parole e poche pretese, allo stesso tempo ruvido e sentimentale. Un alter ego dello scrittore, verrebbe da dire. La vicenda si svolge, come detto, tra le colline piemontesi, i quartieri bene di Torino e il villaggio silenzioso nel quale il protagonista si è rifugiato. Parallelamente, in un’alternanza regolare di capitoli, vengono svelati origine e intenti del misterioso serial killer.
A fare da contorno alla storia troviamo un commissario un po’ macchietta, una poliziotta emarginata che ricalca la Lisbeth Salander di “Uomini che odiano le donne” di Stieg Larsson, potenti famiglie dalle strane abitudini e i soliti montanari burberi e dai modi spicci che Longo ha raccontato in altri suoi scritti.
E la natura. Una natura vissuta, raccontata e sentita, fatta di descrizioni che somigliano a piccole istantanee, di rumori e silenzi che Davide Longo sa farti sentire come pochi altri.
Un buona buona lettura, non c’è altro da aggiungere.

Cormac McCarthy – Non è un paese per vecchi

Dopo aver letto La Strada ed esserne rimasto allo stesso tempo impressionato e affascinato, ho deciso di affrontare la lettura dell’altro romanzo “famoso” di McCarthy, questo Non è un paese per vecchi dal quale è stato tratto l’omonimo film capolavoro dei Fratelli Cohen.
E non ne sono rimasto deluso, tutt’altro.
Si tratta anche in questo caso di un romanzo bellissimo e coinvolgente, tanto che i fratelli Cohen hanno pensato bene di non stravolgerne dialoghi, trama e atmosfere.
Bellissimi i capitoli nei quali lo sceriffo Ben espone i propri ricordi e le proprie riflessioni in prima persona. Parole semplici, vere e autentiche. Nessun autocompiacimento, nessun virtuosismo verbale.
I romanzi di Cormac McCarthy dovrebbero essere letti a scuola. Si dovrebbe dire agli alunni: “Se da grande vorrai fare lo scrittore, impara a scrivere in questo modo”.
Mai banale o prolisso. Semplice, diretto e commuovente.
Altro capolavoro, punto e basta.